Teatro

Il teatro scorre sul Grande Fiume

Il teatro scorre sul Grande Fiume

Edizione 2004. Consorziati nel nome del Po quindici Comuni rivieraschi delle province di Cremona, Piacenza e Parma. C’è il mito, parola segreta carica di verità, c’è la prospettiva dell’altrove, c’è la lezione del teatro novecentesco, c’è l’implosione della modernità. Tutto questo propone Il Grande Fiume la rassegna che prenderà il via il 19 giugno a San Daniele Po e si concluderà il 15 agosto a Sissa, incorniciata dai fuochi d’artificio, come tradizione. E’ sempre più il teatro di prosa a cambiare le prospettive, a popolare le rive del Po, grazie alla collaborazione dei comuni di San Daniele Po, Caorso, Castelvetro Piacentino, Polesine Parmense, Spinadesco, Pieve d’Olmi, Villanuova D’Arda, Roccabianca, Torricella del Pizzo, Zibello, Gerre de’ Caprioli, Motta Baluffi, Monticelli d’Ongina, Stagno Lombardo e Sissa. Il lungo cartellone è stato presentato ieri mattina a Motta a bordo della Fratina II da Luigi Ronda dell’Associazione Il Ramo d’Oro e dal sinfaco Franco Albertoni. L’edizione 2004 propone un estratto interessante della nuova scena italiana, con il ritorno di alcune compagnie affezionate alla rassegna, come il Teatro Tascabile di Bergamo, Quelli di Grock e il Teatro delle Briciole. L’apertura della rassegna — dopo i fuochi d’artificio — è affidata a Come campi d’arare, spettacolo di danza duro, faticoso, vincitore del Premio Scenario, uno spettacolo che gioca per sottrazione, che non concede nulla allo spettatore e che merita un confronto diretto (Spinadesco, 20 giugno). A questa idea dell’implosione, del dramma che non scoppia si possono ricondurre alcuni appuntamenti della rassegna. In primis Finale di partita di Samuel Beckett (3 luglio a Castelvetro Piacentino) e Note di cucina di Rodrigo Garcia (7 agosto a Stagno Lombardo), entrambi gli allestimenti firmati dal regista Lorenzo Loris del Teatro Out Off, sono il segno evidente di uno stallo esistenziale, di una voglia di riscatto che si recupera anche ne Il cortile della Compagnia Scimone Sframeli (31 luglio a Monticelli d’Ongina), spettacolo assolutamente imperdibile con due attori che arrivano dalla Sicilia e hanno la forza della verità. E se la condanna del Novecento è quella di un continuo ed esasperante stallo esistenziale, la soluzione per uscirne — sembra suggerire la rassegna de Il Grande Fiume — è abbracciare la sconvolgente verità del mito, un mito riletto narrativamente ne Le nozze di Antigone di Ascanio Celestini con Veronica Cruciani (26 giugno Polesine Parmense) o nello sconvolgente Madri assassine di Teatrino Clandestino, spettacolo da vedere (4 luglio Pieve d’Olmi). Il mito che sconfina nella cronaca e allora la cronaca può dare corpo ad un racconto sofferto e al tempo stesso epico come Corpo di Stato di Marco Baliani, dedicato al caso Moro (10 luglio Villanuova D’Arda), o ancora la voce del mito può farsi favola ed è il caso di Fuler Fulesta con Luigi Dadina e Sergio Diotti (Motta Baluffi, 25 luglio) o Il padrone delle marionette (27 giugno a Caorso). Se poi il mito si fa immagine svagante non si può non divertirsi con Cinema, cinema di Quelli di Grock (24 luglio a Gerre de’ Caprioli). A concludere questo excursus all’interno di ciò che proporrà la rassegna Il Grande Fiume 2004 c’è il viaggio nelle culture altre con Gli Albatri di San Giovanni (23 giugno a Castelvetro Piacentino), Profumi d’Oriente (18 luglio a Zibello) del Teatro Tascabile e Tres Tristes Tangos del Teatro del Sunil (17 luglio, Torricella del Pizzo). Come sempre tutti gli spettacoli inizieranno alle 21,30 ad ingresso gratuito. Per informazioni Il ramo d’oro, tel. 0521374077.